La Cattedrale
Sorge sulle rovine dell'antica basilica fatta costruire dall'Imperatore Costantino.
Nella cripta sottostante il presbiterio sono conservati ancora alcuni dei capitelli ionici dell'antica basilica paleocristiana che Papa Leone III (795-815) fece riedificare dopo un furioso incendio. Dopo una serie di vicissitudini e di modifiche come la costruzione della sagrestia e di un piccolo cimitero attiguo, nel 1772 il Cardinale Fabrizio Paolucci fece costruire l'attuale facciata su progetto dell'architetto Carlo Buratti mentre l'odierno aspetto della basilica si ebbe soltanto nel 1913 a seguito di nuovi adeguamenti e restauri eseguiti per più di 50 anni con il concorso finanziario del popolo di Albano.
Con questi restauri furono messe a vista una serie di colonne della cattedrale medievale di Leone III e la Chiesa fu dedicata, oltre che a S. Giovanni Battista anche a S. Pancrazio entrambi protettori di Albano.
Linterno della chiesa di gusto neoclassico, è ripartito in tre navate con 6 cappelle laterali ove sono collocate, come nella sagrestia, interessanti dipinti del XVIII secolo. Il monogramma di Cristo troneggia nell'abside sopra tre grandi quadri raffiguranti rispettivamente la gloria di S. Pancrazio (centro), l'apparizione a Costantino della Santa Croce (destra) e il rinvenimento della Santa Croce da parte di S. Elena (sinistra).
Nella cattedrale è conservato uno splendido sarcofago marmoreo paleocristiano con figura di orante centrale. Poco distante dalla cattedrale su via A. De Gasperi è situato il grazioso palazzo episcopale costruito nel 1725 dal Cardinale Nicola Lercari Segretario di Stato di Papa Benedetto XIII.
Chiesa di S. Pietro Apostolo
L' antica chiesa voluta da Papa Ormisda (514-523 d.C.) fu ricavata da una grande aula delle terme romane fatte costruire dall'Imperatore Caracalla.
Il più importante dei numerosi restauri avvenne nel tardo medioevo (XII sec.), mentre nel XIV sec. si effettuarono una serie di modifiche delle quali ancora oggi rimangono tracce, come l'arco ogivale a due spioventi con mensole e colonne di marmo, posto sopra una porta del lato occidentale della chiesa.
I Savelli nel 1440 vennero in possesso dell'antica chiesa e nella cappella, oggi distrutta, seppellirono alcuni loro familiari.
Le tombe principesche sono ora visibili all'interno della chiesa.
Qui sono conservate, trasformate in altari o balaustre, anche stupende trabeazioni marmoree di età severiana.
Alcune pareti conservano ancora pregevoli affreschi como quello posto in una nicchietta della Vergine del Segno di età bizantina e quello più grande raffigurante S. Margherita e S. Onofrio, databile tra il XIII e il XIV sec. d.C..
Pregevoli sono anche la grande pala dell'altare del XVI sec. che raffigura la consegna della chiavi a S Pietro e gli stendardi settecenteschi.
Sul lato orientale esterno della chiesa si possono ammirare due notevoli trabeazioni di età imperiale finemente decorate, utilizzate come stipiti della porta e il bel campanile romanico del XII secolo.
Il santuario di S. Maria della Rotonda sorge su di un grazioso ninfeo che costituisce un interessante precedente architettonico del famoso Panteon di Roma.
La chiesa fu consacrata nel 1060 anche se l'uso ecclesiale è attestato dal IX secolo.
Alle trasformazioni seicentesche che subì l'edificio, si aggiunsero quelle settecentesche e ottocentesche finche nel 1938 l'edificio di età romana fu riportato all'originario splendore.
L'interno della Chiesa è molto suggestivo:sull'altare centrale è esposta un'antica icona della Madonna con il Bambino di stile bizantino ridipinta nel XV secolo, mentre nei catini a destra dell'altare si conservano resti di affreschi il più completo dei quali è quello della "storia della vera Croce" databile al XIV secolo. Sull'altare laterale destro è conservato un altro affresco del XIII secolo attribuito al Cavallini che raffigura S. Anna con S. Giovanni e S. Ambrogio. Gli altari della chiesa sono stati eretti su preziosi frammenti architettonici di età severiana, come pure della stessa età, sono gran parte dei reperti archeologici conservati nella sagrestia e nel vano del bel campanile romanico.
Convento e Chiesa di S. Paolo
Furono costruiti intorno al 1282, in un proprio fondo, dal Cardinale Giacomo Savelli poi divenuto papa con il nome Onorio IV.
Nel 1710 il pittore G. van Wittel, in occasione della visita ad Albano di Papa Clemente XI Albani, ritrasse in una splendida tela (oggi al Museo Pitti di Firenze) la chiesa e l'annesso convento.
Nel 1769 il Cardinale Marco Antonio Colonna restaurò completamente l'intero complesso modificandolo in parte, soprattutto nell'interno della chiesa ove è presente un gusto baroccheggiante piuttosto rielaborato, mentre la facciata denota uno stile neoclassico ottocentesco.
Tra le tele seicentesche e del settecento, poste negli altari, è da notare quella dietro l'altare principale ove è raffigurata l'unzione di S. Paolo, opera tardo seicentesca di un pittore della scuola di Pietro da Cortona.
La volta della navata è decorata con un bell'affresco ottocentesco attibuibile al Gagliardi molto attivo in quel tempo in Albano.
Nella cappella sinistra, sotto l'altare, è conservato il corpo di S. Gaspare del Bufalo, fondatore dei P.P. Missionari del Preziosissimo Sangue.
Convento e Chiesa dei Cappuccini L'intera costruzione fu realizzata secondo i classici criteri dell'architettura conventuale nel 1619.
La chiesa, ad unica navata con due cappelle laterali, rispecchia completamente la semplicità dello spirito francescano.
Sull'altare maggiore campeggia una bellissima pala di notevoli dimensioni firmata dal pittore Gherardo delle Notti (G. van Honthorst) e datata 1618. Nel dipinto la principessa è rivolta verso la Madonna con il Bambino mentre S. Bonaventura è assorto nella visione di S. Francesco. Sullo sfondo si può scorgere il convento di Palazzola con il restrostante Monte Cavo.
Convento e Chiesa di S. Maria della Stella Il convento e la chiesa furono costruiti, in varie fasi e con vicissitudini alterne, intorno alla metà del XVI secolo, probabilmente ove era sorta la chiesa paleocristina di S. Senatore, sopra le catacombe omonime.
Cappella del Seminario Diocesano Nel vasto edificio del seminario della diocesi di Albano, addossato e in parte circoscritto da possenti tratti di mura dell'accampamento della II Legione Partica, particolare interesse riveste la cappella, impreziosita da un notevolissimo complesso di icone orientali realizzate tra il 1996 e il 1998, secondo lo stile e le tecniche pittoriche russe del 1400/1500, su commissione di Mons. Dante Bernini, Vescovo di Albano.
Terme di Cellomaio Questo imponente complesso edilizio, realizzato in opera cementizia rivestita da un'elegante cortina laterizia rossastra, fu fatto costruire dall' Imperatore Caracalla per aggraziarsi i legionari Albani in rivolta dopo l'uccisione del fratello Geta.
La pianta del complesso è quadrangolare con torri-contrafforti negli spigoli. L'alzato era costituito da tre piani di cui quello inferiore con funzione di sostruzione e adibito ad ambiente di servizio, mentre gli altri due piani si articolavano in grandi aule ariose e vaste, pavimentate con marmo e mosaico e provviste di grandi finestroni sormontati da arcate.
L'antico edificio, trasformato nel medioevo in roccaforte e successivamente occupato da civili abitazioni, oggi può ammirarsi quasi nella sua totalità.
Anfiteatro
Posto oltre il lato NE dell'accampamento, fu edificato nelle prime decadi del III sec. d.C. dalle stesse maestranze della Legione Albana. La costruzione, di notevole dimensione, è di forma pressoché ellittica e fu realizzata in parte scavando direttamente il banco roccioso, in parte in muratura utilizzando differenti tecniche murarie.
Dell'originario edificio rimangono il primo piano sostenuto da una trentina di fornici, parte degli ingressi trionfali e l'intera cavea che misura nell'asse maggiore m. 113.
In origine l'anfiteatro raggiungeva un'altezza di circa 22 metri. Nel medioevo divenne cava di materiali e cimitero cristiano. Di questa fase rimangono due oratori, uno ricavato nel III fornice e uno scavato completamente nella roccia sul lato sinistro del parapetto della cavea all'altezza dell'arena.
Catacombe di S.Senatore Sono ubicate lungo la via Appia Antica al XV miglio da Roma sul luogo in cui preesisteva una cava di pozzolana di epoca romana. La riutilizzazione della cava come cimitero cristiano avvenne tra la fine del III e gli inizi del IV sec. d.C.
La fama che godettero queste catacombe fin dal tardo antico era dovuta alla presenza dei corpi di santi e martiri come ricorda chiaramente il martirologio geronimiano.
La catacomba albana è la maggiore e la più importante tra quelle suburbicarie. Nella cripta centrale sono ben conservati vari affreschi tra i quali quello che raffigura San Senatore titolare della Catacomba (fine IV inizi V sec d.C.), quello che raffigura Cristo tra i martiri e gli sponsores (fine V sec. d.C. inizi VI sec. d.C.) e quello di età medievale (XI-XII sec. d.C.) con il Cristo Pantocrator tra la Madre di Dio e S.Smaragdo.
Un altro interessante affresco è posto nell'abside della cripta minore. I reperti rinvenuti negli scavi sono esposti al Museo Civico Albano.